Si ringrazia

per il prezioso contributo a sostegno dell’esposizione, con l’adozione della seguente opera:

VENUS
Fabio Viale
2021
Marmo bianco e pigmenti

Location: P.zza San Fedele

Ti aspettiamo alla mostra diffusa

Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura

dal 3 maggio al 31 agosto 2024
Presso l'Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, il Palazzo del Broletto e il centro storico di Como

Scatta una foto dell’opera e postala su Instagram usando l’hashtag #plinio23 e taggando @fondazione.volta e @viale.fabio per essere parte di questo ambizioso progetto di diffusione del lascito pliniano!

 

Breve descrizione dell'opera

La scultura è una riproduzione originale della Venere di Milo, rinvenuta sull’isola greca nel 1820 ed esposta fin dall’anno successivo a Parigi (Musée du Louvre, inv. Ma 399). Si tratta di una delle più celebri rappresentazioni della dea, che raffigurata nuda per la prima volta da Prassitele, divenne un soggetto molto amato in epoca ellenistica. La Venere di Milo, datata al 150-125 a.C., è una delle numerose sculture derivanti da quella celebre Afrodite realizzata da Prassitele intorno al 360 a.C., quando Plinio colloca l’apice della carriera dello scultore ateniese (34 50); un momento che viene ragionevolmente ritenuto coincidente con la realizzazione della rinomata statua marmorea della dea, un tempo esposta nel tempio a lei dedicato a Cnido, sulla cui fama e bellezza Plinio stesso si sofferma molto (36 20-21).
I tatuaggi ritratti sulla Venere si ispirano all’iconografia criminale russa, in particolar modo a quella religiosa. Il cuore sacro, la coppa che trabocca, simbolo di gioia ed abbondanza, gli angeli in preghiera, sono immagini sacre come anche i testi che sono preghiere di salvezza e penitenza.